Gentile signora con i dati da lei forniti è praticamente impossibile avanzare ipotesi. Non indica la sua età. Supponendo che chi mi scriva sia un adulto, il peso da lei riferito, rapportato all'altezza, è troppo basso, indice di malnutrizione. Al di là delle cause dell'aumento da lei registrato, dato il basso peso da lei riferito, le suggerisco di rivolgersi al suo medico. Oltre agli opportuni accertamenti clinici la potrà indirizzare ud un dietista che possa effettuare una valutazione approfondita dello stato nutrizionale e delle abitudini alimentari.
Al permanere dei segni e sintomi che si sanno correlati alla celiachia, la prima valutazione che va effettuata è quella relativa alla corretta gestione della dieta senza glutine. Come certamente saprà, è stato definito come già l'assunzione continua di 10 mg di glutine al giorno mantenga l'infiammazione intestinale, con le note conseguenze. Non solo quindi le deroghe volontarie (anche se saltuarie), ma anche problemi di contaminazione involontaria, ma continua, possono mettere il celiaco in questa situazione. E' anche vero che in alcuni casi sono necessari tempi molto lunghi per concreti risultati. Le suggerisco di rivolgersi ad un dietista esperto un celiachia che valuti insieme a lei e fin nei minimi particolari la correttezza della dieta senza glutine. Una volta esclusa questa causa, il medico potrà indagare eventuali altri motivi. Un cordiale saluto
Gentile signora, per la situazione da lei descritta (menopausa, ritenzione idrica e aumento ponderale), non è indicata una dieta senza glutine. L'intervento dovrà essere condotto su due linee: da una parte una vautazione ed eventuale modifica delle abitudini alimentari, adeguandoli al dispendio energetico che sarà probabilmente anche rallentato dalla condizione di menopausa: riduzione dell'apporto energetico e probabilmente anche di sale. Dall'altra, è necessario agire sull'attività fisica, aumentando il dispendio energetico, per favorire la perdita di massa grassa e aumentare la massa magra. Converrà con me che l'invio di una dieta prescrittiva e non basata sulla sua situazione personale, la storia del peso e le sue abitudini alimentari, è una scelta inappropriata e poco coerente con la necessità di un cambiamento a lungo termine. Le raccomando pertanto di non togliere il glutine dalla sua alimentazione e di cercare un dietista presso la zona ove vive. Un cordiale saluto
Mi spiace molto che presso l'ospedale al quale si è rivolta abbiano dato una risposta di questo genere. Lo trovo addirittura scandaloso. Ma sarebbe inappropriato da parte mia fornirle un piano dietetico senza conoscerla, avere informazioni sulla sua situazione clinico-metabolica, il tipo di terapia per il controllo glicemico, l'andamento delle glicemie, del peso, le abitudini alimentari. Finirei praticamente per fornirle un sorta di prestampato, che, seppur basato su alimenti senza glutine, sarebbe un puro esercizio di teoria. Agirei cioè come chi mi ha preceduta, che dovrebbe piuttosto essere segnalato a chi di competenza per una valutazione dell'operato. La dieta deve essere "ritagliata" sulla persona. Quello che le posso suggerire è di rivolgersi al più presto presso un altro centro, dato che la gravidanza è già avanti, in modo da non rischiare di arrivare a termine in una situazione di scompenso. Le faccio i miei migliori auguri. Un cordiale saluto.
Gentile signore, non è appropriato nè sicuro fornire consigli per perdere peso senza una valutazione complessiva della persona. Lei non fornisce elementi centrali almeno per una valutazione di massima della sua personale situazione. Quali alimenti, cibi, prodotti sceglie? In quali porzioni e frequenze? Come cucina? Quanto e con cosa condisce? Cosa beve ai pasti e fuori dai pasti? Quante volte mangia fuori di casa? Come condisce la pasta? Quanti pasti fa al giorno? Qual'è la sua "storia del peso" e quante volte ha fatto tentativi di mettersi a dieta ipocalorica? Quanta e quale attività fisica effettua? Qual'è il suo stato di salute in generale? Il suo medico ha diagnosticato situazioni cliniche di cui si debba tener conto nell'impostare un regime dimagrante? Queste sono alcune delle moltissime questioni che è importante affrontare per definire la sua condizione di partenza ed intervenire con strategie mirate alla sua situazione. La cosa più opportuna è quella di trovare un dietista esperto nella sua zona. Le migliori indicazione le potranno essere fornite dal dietista che la seguirà nel percorso di calo ponderale che potrà adattarle ai suoi bisogni e alle sue abitudini alimentari pregresse. Non dimentichi mai, inoltre, che l'attività fisica è "centrale" in un percorso di perdita di peso. Un cordiale saluto
Gentile signora, questo servizio non prevede la distribuzione di diete. E' dedicato alla persona celiaca, per risposte a quesiti riferiti alla dieta senza glutine, alla corretta alimentazione, ai prodotti idonei ..... Lei afferma di essere sensibile al glutine. Rispetto a questo problema, pur non essendoci un inquadramento certo della "gluten sensitivity" (credo che lei si riferisca a questo), posso informarla che nella maggior parte delle persone non è necessario eliminare il glutine con la stessa precisione opportuna per le persone celiache. Rispetto alla sensibilità al lattosio, anche questa è una situazione nella quale i disturbi sono frequentemente "dose dipendente" (ad esempio lei può riuscire a consumare senza problemi un bicchiere di latte, ma se ne beve una tazza, ha sintomi). A tutto questo lei associa la necessità di perdere qualche kilo. Tutto ciò premesso, per concludere che la consegna di piani dietetici senza un approccio personalizzato e attraverso la conoscenza della perona, è inappropriato e per nulla professionale. Sono certa che troverà nella sua zona un professionista che potrà seguirla direttamente e nel modo più adeguato alle sue necessità. Un cordiale saluto
Gentile signore, faccio una premessa. Lei si definisce intollerante al glutine e non celiaco. La comunità scientifica ha ben individuato la celiachia e sta studiando la "sensibilità al glutine non celiaca", ma non riconosce l'intolleranza al glutine. Non sono a conoscenza di quale percorso diagnostico abbia effettuato, ma formulo una risposta basandomi sul presupposto che lei sia celiaco. Le cause di una colica possono essere molteplici: 1) l'assunzione volontaria di alimenti contenenti glutine, anche se in piccola quantità. Alcune persone ritengono di poter fare talora deroghe, ma i sintomi si possono ripresentare in modo importante. Inoltre questa pratica è assolutamente sconsigliata anche in assenza di sintomi, dato che sono sufficienti 10 mg di glutine al giorno (l'equivalente di un paio di briciole di pane) per mantenere l'infiammazione intestinale 2) l'assunzione involontaria di glutine. E' il caso più comune. Non so dove abbia raccolto le informazioni per gestire la dieta "gluten free", ma nel caso avesse iniziato la dieta basandosi solo sull'esclusione di pasta, pane e altri prodotti da forno fatti con il frumento, non è sufficiente. Il glutine è presente in molti altri prodotti e in cereali diversi dal frumento (es: kamut). In questo caso le suggerisco di rivolgersi presso un centro di riferimento per il trattamento della celiachia nella sua zona, in modo da incontrare un dietista esperto che l'aiuti ad impostare il nuovo stile alimentare 3) l'assunzione di lattosio. In genere è più facile eliminare tutto il lattosio, piuttosto che eliminare il glutine, tuttavia tenga presente che questo zucchero è presente in molti prodotti, anche "impensabili" (ad esempio nel prosciutto cotto). Valuti quindi attentamente le etichette di quello che acquista 4) altra causa indipendente dall'ingestione di glutine o lattosio. Se lei è certo di aver mangiato solo alimenti idonei al suo caso, si rivolga al suo medico per valutare cause infettive o di raffreddamento .... Un'ultima considerazione. Dopo una diagnosi di celiachia, l'intestino richiede alcuni mesi per recuperare la sua integrità. I disturbi possono quindi comunque ripresentarsi. Segua attentamente la dieta e si appoggi a professionisti esperti. Un cordiale saluto.
Gentile signora, certamente la disponibilità di prodotti integrali per le persone celiache è ancora inferiore rispetto a quello che il mercato offre per le persone non celiache, tuttavia sempre più aziende offron prodotti interessanti. Anche la linea Piaceri Mediterranei ha sviluppato pasta a base di riso semigreggio con un contenuto di fibre mediamente più elevato rispetto ad altri marchi. Il suggerimento è quindi quello di leggere attentamente gli ingredienti di pane, pasta, prodotti da forno (biscotti, grissini, crakers....) senza glutine e consumare quelli in cui i cereali integrali appaiono come prima voce della lista. Produca lei stessa il pane partendo da farine certificate di cereali naturalmente senza glutine. Introduca routinariamente anche quinoa e teff (per minestre e polente). Ma mangiare prodotti integrali non è l'unico provvedimento da prendere. Mi permetto di darle anche qualche altro suggerimento. Inizi il pasto con una abbondante porzione di verdura (naturalmente ricca in fibra), controlli il peso corporeo, in modo da rimanere in un range di peso accettabile. L'aumento di peso non favorisce il controllo della glicemia. Faccia regolare attività fisica. Questo dovrebbe essere il primo provvedimento in assoluto. L'indicazione generale è quella di fare almeno 150 minuti di attività fisica la settimana..... al di là della nostra routine quotidiana che il corpo già conosce. Deve essere attività supplettiva. Un cordiale saluto.
Gentile signora, non è chiaro il significato di “intolleranza” per frumento e uova. Non avendo specificato che tipo di test è stato utilizzato per questa diagnosi non so se siamo nel campo della allergia (IgE mediata) o di altre situazioni, magari rilevate attraverso indagini solitamente non condotte negli ambulatori allergologici del servizio sanitario nazionale. Considero che non si tratti di celiachia, né di gluten sensitivity, dato che lei non fa riferimento al glutine, ma esclusivamente ad un unico cereale. In questo senso, il cereale che le crea disturbo, va escluso dalla dieta, in modo completo, se trattasi di allergia. Negli ultimi anni alcuni autori hanno sperimentato con successo la possibilità di indurre una tolleranza attraverso la somministrazione di dosi progressivamente crescenti di frumento al fine di indurre una desensibilizzazione. Non conoscendo però la sua situazione la invito a non dimenticare che tale pratica non è esente da rischi Tra i cereali alternativi più tollerati vi sono il granturco (mais) e il riso. Il grano saraceno non è un frumento e potenzialmente può essere consumato, ma su alcune persone allergiche al grano può provocare qualche disturbo, come pure si può manifestare una sensibilizzazione utilizzando orzo e segale. Altri fonti di amido (come lo è il frumento), che sembrano adeguate, sono il miglio, la quinoa, il teff, le patate, compresa la patata americana. Le linee guida per la sana alimentazione suggeriscono che ad ogni pasto ci sia almeno un alimento che fornisca amido: scelga quindi fra quelli precedentemente citati (naturali, in chicchi o lavorati, es: biscotti di miglio, pane di farina di mais e riso, polenta, patate in vari modi, corn-flakes…) quello che gradisce maggiormente. Per quanto riguarda l’uovo, posso dirle che escluderlo dalla dieta, dal momento che avrà cura di assumere altre fonti proteiche (carne, pesce, latte e derivati, legumi) non la espone a particolari rischi nutrizionali. Anche in questo caso, non avendo conferma di una diagnosi di allergia vera, le offro alcune informazioni che lei possa adattare al suo caso. In prima battuta è vero che se si tratta di un’allergia con disturbi importanti, dovrà escludere completamente l’uovo e gli alimenti che lo contengono. Fortunatamente sul mercato sono presenti molti prodotti che fra gli ingredienti non contengono uova (compresi i prodotti da forno quali dolci e biscotti). E’ per altro noto, nel caso i suoi disturbi si presentassero sfumati o solo oltre una certa soglia di consumo, che la cottura modifica l’allergenicità di alcuni alimenti ed in particolare riduce quella dell’uovo. I meccanismi per cui ciò accade sono complessi e dovuti a diversi fattori. Il processo è influenzato dal tipo di trattamento termico effettuato. Per quanto riguarda l’uovo, la bollitura e la frittura sembrano avere un effetto di minore riduzione allergenica, rispetto a cottura al forno (es: frittate al forno), probabilmente per le maggiori temperature raggiunte e i tempi più lunghi richiesti dal sistema di cottura. Inoltre, la cottura al forno dell’uovo insieme ad altri ingredienti, come ad esempio avviene nei ciambelloni o in altri prodotti da forno, è in grado di ridurre ulteriormente le capacità allergizzante dell’alimento. Naturalmente lei, non dovrà usare farina di frumento. Un cordiale saluto
Gentile signora, non è sempre vero che tutti i prodotti dietetici senza glutine hanno un contenuto calorico più elevato degli analoghi con glutine. Riuscirà certamente a trovare quelli a lei più graditi facendo un semplice confronto con le etichette. Rammenti però che a volte i vantaggi di una scelta di un prodotto a basso tenore calorico possono essere compromessi se gli ingredienti non sono di elevata qualità o nutrizionalmente adeguati o se la quantità complessivamente consumata porta comunque all'assunzione di molte più calorie di quello che pensiamo. Lei mi chiede una dieta di 1400 calorie elaborata con prodotti dietetici. La informo che ben altri sono i parametri sui quali ci si deve basare per definire un piano alimentare: peso, storia del peso, altezza, abitudini alimentari attuali a pregressi, assenza o presenza di condizioni patologiche, ...... L'apporto calorico complessivo necessario ad una persona è solo uno dei dati conclusivi che si traggono dalla valutazione dell'individuo. E spesso, nella mia pratica professionale, non calcolo diete che risultano prescrittive e rigide e difficilmente seguibili a medio-lungo termine. E' più produttivo definire in generale lo stile alimentare da adottare. Ma questo richiede alcuni incontri. Concorderà quindi con me che non sarebbe un atto professionale inviarle uno schema senza avere la minima informazione rispetto alla sua situazione. Le suggerisco di trovare una dietista esperta nella sua zona, che la possa seguire dandole le necessarie informazioni, in modo da aiutarla ad adottare il regime alimentare a lei più adatto. Mi permetto di suggerirle inoltre di tenere in considerazione la vasta gamma di prodotti naturalmente senza glutine che possono essere consumati liberamente nella sua situazione senza dover pensare ad un regime in cui la presenza di prodotti dietetici sia preponderande e valutata solo sulla base dell'apporto energetico. Sono a disposizione nel caso volesse approfondire l'argomento. Un cordiale saluto
Una volta escluso il glutine dalla dieta, ogni persona ha tempi di risposta diversi. Si stima che la mucosa intestinale richieda diversi mesi, fino all'anno, per un recupero dell'integrità. Coseguentemente, alcuni disturbi, possono richiedere tempi lunghi per migliorare o sparire. Sono certa che lei non abbia fatto alcuna deroga volontaria alla dieta (il che avrebbe inficiato il percorse già fatto). Tuttavia si accerti, attraverso il confronto con i professionisti che la seguono (almeno dietista e gastroenterologo) che lei stia con certezza escludendo tutto il glutine (mi riferisco al problema delle contaminazioni, dei prodotti sicuri, dei pasti fuori casa). Un cordiale saluto.
Gentile signora, certamente possono esserci difficoltà a seguire una dieta senza glutine, ma tentativi prolungati per 10 anni senza successo richiedono alcuni importanti interventi di ristrutturazione del suo approccio e del suo vissuto nei confronti della situazione. Lei non ha alcun cenno alla sua situazione di vita, familiare, sociale, lavorativa. Sono questi i contesti necessari a creare una buona rete di supporto alla persona celiaca. Il primo passo da fare è quindi quello di cercare sostegno da parte di chi ci circonda. Posso aggiungere anche il suggerimento di accedere regolarmente ad un centro di riferimento per la celiachia ove operi una equipe strutturata almeno con gastroenterologo, dietista e psicologa. Non posso darle suggerimenti più approfonditi, poichè lei non mi indica la sua provenienza. Ultima, ma non ultima per importanza è l'indicazione a entrare in qualche rete associativa o gruppo di supporto. Certamente l'Associazione Italiana Celiachia offre una ampia serie di opportunità. Riunioni, incontri, corsi di cucina, possibilità di accendere rapporti di amicizia e sentire l'opinione di coloro che magari hanno già vissuto i suoi stessi problemi e sono riusciti a trovare strategie e risorse per risolverli. Scoprirà un mondo! E potrà toccare con mano che seguire una corretta dieta senza glutine è più semplice di quanto lei non pensi. Non si affidi immediatamente a centri per il solo controllo del peso corporeo. Prima si faccia supportare per riuscire a seguire la dieta senza glutine e successivamente, quando avrà trovato serenità su questo aspetto, anche sul controllo del peso otterrà il risultato desiderato. Le faccio tanti auguri.
Buongiorno, non ho sufficienti elementi di valutazione per risponderle in modo esaustivo, ma posso fornirle alcuni elementi di riflessione. In premessa, lo stile di vita influisce in modo progressivamente più incisivo ogni anno che passa. L'organismo di un adulto non "brucia" così efficacemente come quello di un bambino o un adolescente, il processo di crescita non è più presente. Diviene quindi imperativo fare regolare attività fisica (anche per tutti gli altri benefici ad essa correlata). Questa strategia deve essere implementata prima di andare a modificare lo stile alimentare. Altro elemento che porto alla sua attenzione è la densità calorica di quello che consuma. Lei non mangia pane e pasta. Non ho informazioni rispetto a cosa sceglie al posto di questi prodotti, ma i rischi di una dieta a basso/bassissimo contenuto di carboidrati sono molteplici: l'assunzione di un eccesso di proteine e grassi, alimenti spesso più calorici di un adeguato piatto di pasta moderatamente condito. Si innescano inoltre modifiche del metabolismo che comportano, alla reintroduzione di carboidrati e zuccheri, un certo aumento di peso. Infine, lei si chiede perchè non può mangiare "normalmente". Ebbene è proprio il "normalmente" che va indagato, per verificare che le sue abitudini siano state o siano in linea con le raccomandazioni per la corretta alimentazione della popolazione in generale. Altro elemento da indagare è il peso in rapporto alla sua costituzione fisica e alla sua altezza (che lei non mi comunica), per verificare se il peso attuale la collochi veramente in un'area di sovrappeso o rientri ancora in un range di normalità. In questo senso il peso corporeo di una persona varia con il passare degli anni e il punto di riferimento non può essere il "peso ideale" (da tabella), ma un peso coerente con la persona. Tutto ciò premesso, avrà compreso che questo servizio non è adeguato (nè è stato concepito) per effettuare interventi di dietetica. Inizi a fare attività fisica e cerchi nella sua zona un bravo dietista che la possa seguire nel tempo anche sul piano delle abitudini alimentari. Un cordiale saluto
Gentile signora, le rispondo volentieri, pur non essendo un quesito posto sulla dieta senza glutine. Assumo che lei non sia celiaca, visto che mi fa una domanda su un prodotto che i celiaci non possono consumare. Il seitan, pur essendo ottenuto da cereali quali principalmente frumento, ma anche farro o kamut, non apporta quantità di carboidrati elevate come le fonti da cui è ricavato. Il contenuto di carboidrati è all'incirca del 5% (cioè 5 g in 100 g di prodotto). Poichè quando si consuma il seitan, la porzione è generalmente di 100-120 g, anche se si tratta di carboidrati ad alto indice glicemico, per avere un carico glicemico veramente alto, dovrebbe mangiarne invece alcuni etti. Lo consumi quindi serenamente, nell'ambito di una dieta varia. Un cordiale saluto
Il parametro di riferimento per valutare l'adeguatezza del proprio peso è sicuramente il'indice di massa corporeo. E' il rapporto fra il peso e il quadrato dell'altezza. Si calcola con questa semplice operazione matematica: kg : h : h Nel suo caso il risultato è 22,4 Il suo indice di massa corporeo la colloca in un area di perfetto normopeso. I "range" di valutazione sono infatti i seguenti: <18,5 = sottopeso 18,5-24,9 = normopeso 25-29,9 = sovrappeso 30-34,9 = obesità >35 = obesità grave Questa è la valutazione più oggettiva che posso proporle a distanza. Non è possibile definire per nessuna persona un peso preciso "all'ettogrammo". Troppe sono appunto le variabili e sinceramente l'ossatura non è quella più importante. Mediamente, la differenza fra un'ossatura minuta e una grossa può incidere al massimo di un 3%. Quindi, sul suo peso attuale, la differenza fra l'avere la prima o la seconda, sarebbe pari a 1,8 kg. La questione più importante da verificare è il rapporto massa magra e massa grassa. Per capire se, nell'ambito di un indice di massa corporeo adeguato, si ha un peso sano, valuti l'opportunità di effettuare un test impendeziometrico. Un cordiale saluto.
Il nichel che provoca manifestazioni prevalentemente "da contatto", mentre i problemi scatenati dall'ingestione in molte persone sono più modesti. Stia principalmente attenta quindi a non usare o indossare abiti e accessori che possano essere stati fatti anche con nichel. Per quanto riguarda gli alimenti eviti di cucinare o di conservare cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferisca la cottura in pentole di vetro e terracotta. Non tenga a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Può mangiare pane e pasta ottenuti con farina raffinata. Infatti nelle farine integrali vi sono maggiori quantità di nichel rispetto alle farine "bianche", specialmente se si tratta di avena, grano saraceno o mais. Il frumento ne contiene comunque un pò meno. Quindi mi sentirei di tranquillizzarla in merito a questi due tipi precisi di alimenti sui quali mi ha posto la domanda. Altri alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente sono i seguenti: cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle, Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Crusca, Cereali a chicco intero, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. Un cordiale saluto
L'esclusione del glutine dalla dieta non significa automaticamente che una persona stia seguendo una dieta dimagrante. Al contrario, la maggior parte delle persone celiache, dopo la diagnosi, tende ad aumentare di peso, dato che la funzionalità intestinali (anche in termini di migliorato assorbimento) diviene più efficiente. Negli ultimi anni si è diffusa la convinzione che escludere il glutine dalla dieta, in base ad una "intolleranza" (quindi non una diagnosi di celiachia) identificata con metodi che la comunità scientifica non ha validato, consenta un controllo del peso. La informo che non vi è evidenza di questa ipotesi. Mi auguro di aver risposto alla sua domanda. In caso avesse bisogno di approfondimenti non esiti a ricontattarmi. Un cordiale saluto.
Gentile signora, la recente diagnosi di celiachia posta a suo marito introduce nelle sue abitudini alimentari la variabile "glutine da evitare", che però non implica necessariamente la condanna a sentire la fame. Mi spiego meglio: scegliendo i corretti alimenti senza glutine, un celiaco può mangiare saziandosi e in modo soddisfacente per il palato. Anche se è necessario tendere ad un calo di peso corporeo eccessivo, la questione non cambia: è necessario cambiare stile alimentare, non patire i digiuni! Dal mio punto di vista il calcolo delle calorie è l'ultimo elemento a cui penso quando intervengo su una persona. La valutazione prioritaria riguarda lo stile alimentare, le modalità di consumo dei pasti, i momenti in cui si percepisce più forte il senso di fame e quali cibi sono stati consumati nel pasto precedente ..... A questi elementi vanno aggiunti la storia del peso, lo stile di vita, il peso attuale, l'altezza e poi si può stimare un dispendio energetico. In genere i cambiamenti allo stile alimentare vengono concordati con la persona, magari dopo la compilazione di un diario alimentare e spesso non prevedono un calcolo di una dieta, ma solo variazioni "passo a passo". In mancanza di tutti gli elementi citati in precedenza, è inappropriato che io esprima le calorie che suo marito dovrebbe assumere. Tenga infine conto che la corretta alimentazione non è basata solo sul calcolo calorico, ma su un equilibrio nell'assunzione dei principi nutritivi. Rispetto poi all'intolleranza al lattosio, trattasi di un problema piuttosto comune negli adulti in generale (la maggior parte delle persone, con il passare degli anni tende a tollerare il lattosio sempre meno) e nei celiaci in particolare (il danno della mucosa comporta una ridotta capacità di digerire il lattosio). Alcuni adulti celiaci recuperano in parte o del tutto la tolleranza per il lattosio seguendo correttamente la dieta senza glutine e recuperando l'integrità della mucosa intestinale. Fino a che questo non accade faccia usare a suo marito latte delattosato e formaggi stagionati. Stia attenta anche a prodotti lavorati che possano contenere lattosio fra gli ingredienti (gelati, budini ...). Per una alimentazione ipocalorica, sono certa che potrà trovare una dietista esperta in celiachia operante nella sua zona. Provi a rivolgersi alla sede AIC più vicina, ove magari conoscono i professionisti in Regione. Un cordiale saluto.
Gentile signora, l’allergia al nichel provoca prevalentemente problemi a causa del contatto con oggetti che lo contengono. Controlli quindi l’assenza di nichel dichiarata in oggetti quali: cinture, bottoni metallici, chiusure per reggiseni, montature per occhiali, penne, rasoi, braccialetti, anelli, collane e bigiotteria in genere, cerniere, monete, ditali, aghi, distintivi, spille da balia, giarrettiere, forcine per capelli, pettini, bigodini, cinturini di orologio, prodotti per il trucco, chiavi, accendini, posate, attrezzi tipo forbici, manici di metallo di borse o ombrelli, manubri di bici e moto, maniglie di porte, apparecchi domestici, strumenti musicali ecc. Fonti di nichel meno comuni sono inoltre: protesi, strumenti chirurgici, viti ortopediche, strumenti medici, aghi per siringhe ed agopuntura. Minore influenza ha l’ingestione di alimenti fonti di questa sostanza. La prima cosa da fare è quella di evitare la cottura, ma soprattutto la sosta/conservazione degli alimenti (in particolare quelli acidi come pomodoro) in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio. Preferisca la cottura in pentole di vetro e terracotta. Vale inoltre la pena di limitare la frequenza e la quantità di assunzione di alimenti quali: cibi in scatola, aringhe, molluschi, crostacei, ostriche, margarina, farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, crusca, cereali a chicco intero, granoturco, pere (fresche e cotte), datteri, ananas, mirtilli, fichi, prugne, rabarbaro, tè, birra, vino, cioccolata, cacao, lievito in polvere, liquirizia, bevande da distributori automatici, legumi, funghi, carote, cipolle, porri, asparagi, cavoli, broccoli, spinaci, lattuga, cetrioli, pomodori. Per quanto invece riguarda l’aspetto della dieta senza glutine posso esserle di parziale aiuto. Questo forum risponde a quesiti specifici, ma quella che sembra essere la necessità di avviare una persona neo diagnosticata alla gestione della dieta “gluten free”, richiede un approfondimento notevole su tutte le categorie di cibo: dagli alimenti naturali ai prodotti lavorati dall'industria, ai piatti serviti in ristorante, alle bevande dei distributori automatici, fino al gelato della gelateria sottocasa. Non è solo sufficiente eliminare il frumento, il pane e la pasta, ma è necessario imparare che il glutine si potrebbe trovare anche in prodotti a volte impensabili (salse, caramelle, alcuni tipi di carni conservate o lavorate, alcuni derivati del latte, anche negli stessi derivati di cereali naturalmente senza glutine!!). Questo forum non è quindi idoneo a fornirle la migliore risposta. Le posso suggerire di utilizzare gli strumenti messi a disposizione del celiaco per individuare i prodotti sicuri: la presenza della dicitura “senza glutine” e/o del logo AIC “spiga barrata” sulla confezione dei prodotti o la presenza dei prodotti nel Prontuario AIC (lo trova on-line o lo può scaricare come app). Tenga presente che molti prodotti non richiedono verifica preventiva (es: tagli di carne fresca, latte, panna, formaggi ….), perché naturalmente senza glutine, ma altri, pur appartenendo praticamente alle stesse categorie, sono considerati a rischio (salsicce, latte al cacao, panna aromatizzata, formaggi fusi ….). Il mio consiglio è di trovare un dietista esperto nella sua zona che l’aiuti ad acquisire conoscenze e competenze e la renda autonomo nella gestione della quotidianità.
Gentile signora, è normale che in una persona dopo la diagnosi e l'eliminazione del glutine, l'intestino riprenda le capacità di assorbimento. Una maggiore disponibiità di principi nutritivi influisce sullo stato nutrizionale, migliorandolo, ma talora anche sul peso. Altro elemento da considerare è un possibile sbilancio negli apporti calorici o nell'equilibrio della dieta che talora si rileva nello stile alimentare dei neo diagnostica. In fase iniziale può accadere che si testino i nuovi prodotti mangiandone più del necessario o nell'impegno a escludere il glutine si consumino meno fonti di carboidrati a favore di alimenti grassi (a maggiore densità energetica). Infine tenga in considerazione che la ragazza sta andando verso l'età della pubertà e alcuni cambiamenti sono normali. Questo servizio non prevede lo sviluppo di piani alimentari. Sua figlia beneficerebbe piuttosto di una educazione alimentare attraverso uno o più incontri effettuati con un dietista esperto ai quali possano partecipare anche i familiari. Un cordiale saluto
Gentile signor Zuppante, questo servizio è dedicato alle persone che pongono quesiti sulla celiachia, la dieta senza glutine, gli alimenti sicuri ....... Vogliamo comunque offrirle un elemento di riflessione. Le calorie assunte quotidianamente non sono l'unico fattore che influenza la quantità di grasso corporeo e i siti di deposizione. Esiste anche una componente genetica. Lei ha già ottenuto ottimi risultati cambiando il suo stile di vita (alimentazione ed attività fisica). Superi il legame con il conteggio calorico, sul quale comunque ci è difficile rispondere non conoscendo altro della sua giornata oltre i 40 minuti di corsa a giorni alterni. Oltre alla corsa faccia qualche esercizio mirato alle zone ove le interessa sviluppare la massa muscolare. Un cordiale saluto.
La piadina è assimilabile ad un pane e pertanto può essere usata nella normale alimentazione quotidiana. Nella ricetta originale è previsto l'uso di strutto, grasso saturo di origine animale non particolarmente favorevole per la salute cardiovascolare. Pertanto, più che tenere in considerazione le sole calorie (circa 350-400 su 100 g - si intende di piadina non farcita, assimilabile a quelle di un pane condito), è necessario tenere conto appunto dell'ingredientistica, della frequenza di consumo e del tipo di farcitura. Lei non specifica il tipo di "dieta" a cui fa riferimento e pertanto mi è impossibile fornirle maggiori particolari. Un cordiale salluto.
Buongiorno, questo servizio è dedicato a coloro che pongonoo quesiti in tema di celiachia. In ogni caso, considerati gli scarsi elementi che mi mette a disposizione (quale ghiandola? quale era il suo peso prima dell'infiammazione? sono presenti altre condizioni cliniche per le quali servirebbe diagno medica?), non rendono possibile l'invio di una dieta idonea. Certamente il suo peso è ai limiti minimi di quello mediamente accettabile nella popolazione sana. Ne parli con il suo medico. Mangi con serenità quello che si sente, aderendo ai principi di una corretta alimentazione. Valutate insieme se il recupero è soddisfacente. Sarà lui a consigliarle di andare un dietista che spero possa trovare nella sua zona. Un cordiale saluto
Gentile Edoardo, il servizio offerto da questo sito è dedicato a rispondere a quesiti relativi alla celiachia, all'alimentazione senza senza glutine e ai prodotti/cibi utilizzabili. Non sarebbe corretto inviare piani alimentari di alcun genere in quanto le abitudini alimentari di una persona devono essere modificate non solo in relazione all'obiettivo che si deve/vuole raggiungere (nello specifico l'aumento della massa muscolare), ma anche in funzione delle abitudini alimentari attuali e pregresse, alla storia del peso, alla concomitanza di situazioni patologiche, alla familiarità per situazioni patologiche ..... ecc.... ecc.... Suggerisco di trovare un bravo dietista nella zona dove abita, un professionista che non si limiti a suggerire integratori proteici (in genere questo è il suggerimento offerto in modo semplicistico a chi vuole più massa magra) senza prima avere ben valutato la complessità della persona, il numero di ore di palestra, ma anche il resto delle sue abitudini di vita. Un cordiale saluto.
Gentile signora, sono troppo scarsi gli elementi che offre nella e-mail per permettere una valutazione. Non conoscendo la sua situazione in generale, la storia del peso, i tipi di regime alimentare che ha seguito nel tempo, il grado di compliance, i successi, gli insuccessi, il livello di attività fisica, quali integratori sta assumendo e per quale motivo, cosa intende per grasso localizzato (solo per fare alcuni esempi rispetto a quali elementi valuta un professionista), mi è impossibile fornirle una risposta. Per altro la sua comunicazione non contiene una domanda specifica. Posso solo immaginare che si tratti di una richiesta di supporto per una situazione di evidente disagio. Purtroppo non è un sostegno che possa essere garantito da questo servizio di risposte on line che è a disposizione delle persone celiache. Non si scoraggi: troverà certamente un bravo professionista che l'aiuterà a trovare in se stessa le risorse per capovolgere la situazione. Un cordiale saluto.
Un recupero di peso viene osservato con una certa frequenza nei celiaci che seguono la dieta con scrupolo, in relazione al recupero dell'integrità della mucosa intestinale e, di conseguenza, al miglioramento della capacità di assorbimento delle sostanza nutritive. Certo, anche la modifica di stile alimentare può essere concausa di un aumento ponderale, se la razione alimentare, non è equilibrata. Non sono infatti solo gli snacks a dover essere messi "sotto processo", ma il complesso di quanto lei assume quotidianamente e nel tempo. Va inoltre preso in considerazione il suo stile di vita, quanto è attiva oltre che, e questo prima di tutto, la sua età, il suo peso attuale e quello precedente la diagnosi e la sua altezza, per verificare se in realtà il peso di oggi non rientri comunque in un peso accettabile. Le suggerisco di trovare un dietista esperto che nella sua zona la possa seguire nel tempo. Un cordiale saluto.
Il suo indice di massa corporea (dividendo il peso per il quadrato dell'altezza) indica che lei è in una situazione di normopeso. Un calo ponderale potrebbe non essere quindi indicato. Ma non è possibile fare ipotesi, nè dare diete sia perchè non ci sono sufficienti elementi di valutazione, sia perchè questo servizio è dedicato alla risposta a quesiti riguardanti la celiachia. Certamente, tenendo conto anche dell'anemia, esiste uno stile alimentare ad hoc per lei. Le suggerisco di trovare un professionista esperto nella zona ove vive, in modo da essere seguita con costanza. Un cordiale saluto.
Il suo indice di massa corporeo è pari a 20,54. Lei rientra quindi fra le persone normopeso (il valore medio atteso per la popolazione è 22, un indice di massa corporeo inferiore a 18 è indicativo di eccessiva magrezza, se superiore a 25 la persona è in sovrappeso). Perdere peso nella sua situazione non sembra essere opportuno, dato che il suo indice di massa corporeo si attesterebbe a poco più di 19. Certamente peso e altezza non sono gli unici elementi da prendere in considerazione. Ma, come certamente comprende, le risposte a quesiti di questo genere non possono essere gestite efficacemente attreaverso un sito internet. E' necessario fare una valutazione più approfondita rispetto alla sua costituzione e abitudini alimentari, solo per fare alcuni esempi. Un cordiale saluto
L'allergia al nichel non è necessariamente legata alle fluttuazioni del peso. Se lei necessita di un calo ponderale l'approccio deve essere completamente diverso. Ovviamente si deve tenere conto anche di eventuali allergie (come quella che lei dichiara), ma la sola esclusione degli alimenti che apportano nichel non assicura che le calorie da lei ingerite non eccedano comunque i suoi fabbisogni. L'allergologa ha correttamente prescritto la dieta, ma per gli aspettivi applicativi che comprendano anche una valutazione delle ingesta rapportate al fabbisogno e al dispendio, le suggerisco di rivolgersi ad un dietista nella zona in cui vive. Un cordiale saluto.
Buongiorno, il suo indice di massa corporeo (esprime il rapporto fra peso e quadrato della altezza ed è indicativo di un peso fisiologico o no) è pari a 19,29. Il valore sotto il quale una persone viene considerata sottopeso è 18,00. Sopra i 25 si entra invece in una area di sovrappeso. Lei è quindi ai limiti minimi del peso fisiologico. Un calo di 15 kg in un anno è accettabile in termini di velocità nel conseguimento dei risultati, ma ora dovrebbe fermare la perdita di peso. Per quanto riguarda la descrizione delle sue attuali abitudini, lei non mi offre informazioni sufficienti. Non specifica cosa intende per cereali (pane, pasta - condita in quale modo? - prodotti da forno....), nè la frequenza di consumo (numero dei pasti) e le porzioni utilizzate ad ogni pasto. Non mi cita alcuna pietanza: non è quindi chiaro se le sue fonti proteiche sono solo da yogurth (quanto?, quante volte al giorno?) e formaggio sulla pizza una volta alla settimana? E carne, pesce, uova? Non mangia mai altri vegetali oltre all'insalata? Queste sono solo alcune domande alle quali dare risposta, perchè visto così il regime alimentare da lei seguito mi sembra molto ridotto e incentrato su una ristretta scelta di alimenti. Questo potrebbe provocare o aver già avviato (visto che si parla di un anno di dieta) carenze di alcuni principi nutritivi. Infine non mi offre elementi sul suo stile di vita (sedentarietà, attività sportiva...). Per tutti gli approfondimenti che vadano oltre le mie valutazioni generali, le suggerisco di contattare un dietista nella sua zona, che possa indagare ed approfondire tutti gli elementi necessari e offrirle una valutazione sulle sue attuali abitudini alimentari. Un cordiale saluto
Gentile signora, questo servizio non prevede la fornitura di diete, ma ha l'obiettivo di offrire risposte alle domande delle persone in tema di celiachia. Desisdero in ogni caso darle alcune indicazioni. Lei descrive una situazione piuttosto complessa. Intolleranze e allergie a più di una sostanza rendono difficile la gestione della alimentazione quotidiana che deve essere rispettosa delle preferenze della persona, sicura e idonea a garantire un buono stato nutrizionale. In questi casi le diete standardizzate e "obbligate" sembrano avere poca probabilità di essere mantenute a lungo termine. Il nuovo stile alimentare va costruito nel tempo, insieme fra paziente e professionista, proprio per individuare fra gli alimenti tollerati anche quelli più graditi in un giusto compromesso fra benessere, equilibrio negli apporti nutrizionali e mantenimento del piacere della buona tavola. Per offrirle alcuni spunti le posso elencare i suggerimenti per l'allergia al nichel, che deve tenere conto anche della gestione del contatto con questa sostanza: Per escludere reazioni da contatto, stia attenta a: bigiotteria, montature per occhiali nichelate, medaglioni, cinture, bottoni metallici, penne, rasoi, braccialetti, cerniere, monete, ditali, aghi, collane, distintivi, spille da balia, giarrettiere, forcine per capelli, pettini, bigodini, astucci nichelati, cinturini di orologio nichelati, cerniere, chiusure di reggiseni, prodotti per il trucco, chiavi, accendini, posate, attrezzi tipo forbici, manici di metallo di borse o ombrelli, manubri di bici e moto, maniglie di porte, apparecchi domestici, strumenti musicali ecc. Fonti di nichel meno comuni sono inoltre: protesi, strumenti chirurgici, viti ortopediche, strumenti medici, aghi per siringhe ed agopuntura. Esistono comunque alimenti che può essere vantaggioso limitare e abitudini da imparare: eviti la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferisca la cottura in pentole di vetro e terracotta. Non tenga a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle, Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, Crusca, Cereali a chicco intero, Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. Per quanto riguarda il lattosio e i lieviti la questione è più complessa e non esauribile attraverso un elenco di alimenti da evitare. Premetto che lei non specifica a quale lievito è intollerante (naturale o chimico?) e questo è già di per se un elemento che non mi permette di offrirle un aiuto, dato che le indicazioni dietetiche sono diverse a seconda dei casi. La migliore strategia è quella di leggere le etichette sia per il lattosio che per i lieviti. Esiste ormai una vasta gamma di prodotti privi dell'una e dell'altra sostanza. Trovi nella sua zona un dietista esperto che possa seguirla nel tempo per permetterle il massimo margine di autonomia nelle scelte alimentari monitorando l'equilibrio della sua alimentazione. Un cordiale saluto.
Gentile signore, questo servizio non prevede la fornitura di diete, bensì di supporto/sostegno e risposte a quesiti che riguardano il mondo della celiachia. Le parole "intolleranza al frumento" hanno poco significato: le problematiche attualmente identificate con evidenza scientifica e che riguardano il grano sono la celiachia e l'allergia al frumento. Per la gluten sensitivity gli studi sono ancora in fase direi preliminare. Lei non scrive che tipo di test ha fatto. Dò per scontato che si sia fatto valutare con test validato e usato all'interno delle ASL (prick o rast test per intenderci). Per modificare le sue abitudini alimentari sarebbe inoltre necessario capire se lei ha la cosidetta "dose soglia", cioè la sua intolleranza si manifesta solo dopo l'ingestione di una certa quantità di sostanza e sotto quela quantità i problemi non si presentano. Questo fa la differenza nei consigli dietetici, perchè nel primo caso lei dovrebbe stare attento al frumento usato anche come ingrediente/eccipiente in preparazioni che non lo contengono come ingrediente base (es: la salsa di soia, polpette, piatti gratinati ....). Sostituisca pane e prodotti da forno con gallette, cracottes e biscotti di riso e/o mais. Usi polenta, castagne e patate. Se un fornaio le propone pane con cereali alternativi (es. segale) verifichi se non si tratta di un mix con farina di frumento. Sostituisca la pasta con pasta di mais o di riso, con riso, quinoa, teff, miglio. Per quanto riguarda il nichel il problema si pone più per contatto che per ingestione. Stia quindi attento a: bigiotteria, montature per occhiali nichelate, medaglioni, cinture, bottoni metallici, penne, rasoi, braccialetti, cerniere, monete, ditali, aghi, collane, distintivi, spille da balia, giarrettiere, forcine per capelli, pettini, bigodini, astucci nichelati, cinturini di orologio nichelati, cerniere, chiusure di reggiseni, prodotti per il trucco, chiavi, accendini, posate, attrezzi tipo forbici, manici di metallo di borse o ombrelli, manubri di bici e moto, maniglie di porte, apparecchi domestici, strumenti musicali ecc. Fonti di nichel meno comuni sono inoltre: protesi, strumenti chirurgici, viti ortopediche, strumenti medici, aghi per siringhe ed agopuntura. Esistono comunque alimenti che può essere vantaggioso limitare e abitudini da imparare: eviti la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferisca la cottura in pentole di vetro e terracotta. Non tenga a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle, Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, Crusca, Cereali a chicco intero, Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. Per quanto riguarda i lieviti la questione è ancora più complessa, dato che non è chiaro a quale tipo di lievito lei sarebbe intollerante (lievito naturale o chimico?). Considerate le tre variabili in base alle quali lei deve modificare la sua alimentazione, comprenderà che in generale fornire una dieta prescrittiva - soprattutto "a distanza" - risulta inappropriato e limitante per lei (monotonia e rischio di squilibri a medio/lungo termine). Si rivolga nella sua zona ad un dietista esperto che possa seguirla nel tempo per permetterle il massimo margine di autonomia nelle scelte alimentari monitorando l'equilibrio della sua alimentazione. Un cordiale saluto.
Gentile signor Tosti, comincio dalla intolleranza al glutine. Do per assunto che le sia stata posta una diagnosi di celiachia. In questo caso posso esserle solo di parziale aiuto. La gestione di una dieta senza glutine, infatti, richiede un approfondimento notevole rispetto alla gestione di praticamente tutte le categorie di cibo: dagli alimenti naturalio ai prodotti prodotti processati dall'industria, ai piatti serviti in un ristorante, fino al gelato del bar sottocasa. Il glutine non si trova solo nei derivati del frumento, ma anche in prodotti a volte impensabili. Questo forum non è quindi idoneo a fornirle la migliore risposta. Posso invece essere più precisa per quanto riguarda il nichel che provoca manifestazioni prevalentemente "da contatto", mentre i problemi scatenati dall'ingestione in molte persone sono più modesti. Stia quindi attento a (troverà nell'elenco anche oggetti comunemente usati da donne): bigiotteria, montature per occhiali nichelate, medaglioni, cinture, bottoni metallici, penne, rasoi, braccialetti, cerniere, monete, ditali, aghi, collane, distintivi, spille da balia, giarrettiere, forcine per capelli, pettini, bigodini, astucci nichelati, cinturini di orologio nichelati, cerniere, chiusure di reggiseni, prodotti per il trucco, chiavi, accendini, posate, attrezzi tipo forbici, manici di metallo di borse o ombrelli, manubri di bici e moto, maniglie di porte, apparecchi domestici, strumenti musicali ecc. Fonti di nichel meno comuni sono inoltre: protesi, strumenti chirurgici, viti ortopediche, strumenti medici, aghi per siringhe ed agopuntura. PER QUANTO RIGUARDA GLI ALIMENTI: eviti la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferisca la cottura in pentole di vetro e terracotta. Non tenga a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle, Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, Crusca, Cereali a chicco intero, Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. Trovi nella sua zona un dietista esperto che possa valutare insieme a lei che l'eliminazione o riduzione dei suddetti alimenti, soprattutto se associata alla necessità di modificare le proprie abitudini per escludere il glutine, non provochi squilibri nella sua razione alimentare. Cordiali saluti
Le olive nere hanno più calorie (235 cal su 100 g) di quelle verdi (142 su 100 g) e il loro apporto energetico è ulteriormente influenzato da come vengono conservate per il consumo (più caloriche se sott'olio, meno se in salamoia). Verifichi la composizione al seguente link: http://www.inran.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?alimento=oliv&nutriente=tutti&categoria=tutte&quant=100&submitted1=TRUE&sendbutton=Cerca Difficilmente invito le persone ad escludere a priori un alimento anche se si segue un regime dimagrante. Per quanto riguarda le olive, fra l'altro, l'energia deriva da grassi "buoni" e solo per fare un banale esempio, anche se a dieta dimagrante, una persona può consumare una o due olive in occasione di un aperitivo (senza appesantirsi con tartine o chips) o può usarne un paio, tagliate a piccoli pezzi, per insaporire una insalata o decorare un piatto. Nell'insieme è la moderazione che conta. Provi a discuterne con il suo dietista. Un cordiale saluto
Le paste ripiene, come pure la pasta asciutta condita con ragù di carne o altri condimenti a base proteica (es: formaggi, pesce...), possono benissimo essere considerati dei piatti unici. Il pasto può cioè essere completato con una bella porzione (o due) di verdura e da frutta. Per quanto riguarda l'entità della porzione si può indicare 130-140 g per tortellini e ravioli, qualcosa di più per lasagne e cannelloni. Tuttavia non esiste una porzione uguale per tutti. Dipende dal nostro peso corporeo, dall'età, da quello che si desidera consumare nello stesso pasto, dalla eventuale necessità di perdere o guadagnare peso ..... Un cordiale saluto
In genere il pasto pre-allenamento o pre-gara dovrebbe essere fatta almeno un'ora o due prima del riscaldamento utilizzando cibi a basso contenuto di grassi e con una certa quantità (seppur non eccessiva) di proteine. Provi con thè non pesantemente zuccherato, poco latte, fette biscottate con un pò di marmellata o biscotti secchi. Potrebbe usare anche spremuta d'arancia o un frullato di frutta e pane tostato. Utilizzi con parsimonia zucchero e marmellata, in quanto l'eccesso di zuccheri semplici potrebbe causare una ipoglicemia durante la prestazione. Si idrati prima di iniziare l'attività (liquidi non ghiacciati) e costantemente - piccole quantità frazionate - durante lo sforzo. Per contrastare il calo di zuccheri alterni l'uso di un integratore salino (classico degli sport che prevedono una forte sudorazione) a liquidi leggermenti zuccherato con l'aggiunta anche di malto destrine. Un cordiale saluto
Buongiorno, il peso da lei dichiarato è un peso adeguato. E lo era anche quando pesava 6 Kg in più. Al di là dei motivi che l'hanno spinta a cercare il calo, è necessario fare una riflessione sulle modalità da lei adottate per raggiungere il risultato. Saltare i pasti e mangiare veramente poco espone al rischio di uno sbilanciamento del metabolismo e a squilibri nutrizionali. Certamente potrebbe accadere che un improvviso aumento degli introiti alimentari influenzi il suo peso. Non so che tipo di approccio abbia scelto il professionista al quale si è rivolta. Personalmente ritengo che le diete "prescrittive" (cioè con grammature, liste di alimenti, pasti quasi obbligati) siano obsolete e inadatte, soprattutto in situazioni come la sua. Altri potrebbero essere gli strumenti da utilizzare. Ad esempio il diario alimentare per aiutarla a gestire al meglio la sua giornata. Il diario va discusso con un dietista esperto che l'aiuti intanto ad accettare quello che e' il range di peso ragionevole per lei e che la conduca a "costruire" il suo modello alimentare salutare senza che le venga "imposto" sotto forma di dieta. La "dieta", per sua natura, viene seguita spesso per un breve periodo di tempo e poi abbandonata senza che la persona abbia potuto seguire un percorso di autentico e voluto "cambiamento", adattato alle sue necessità. Un cordiale saluto
Ha veramente ottenuto un ottimo dimagramento. Ora non si deve preoccupare oltre misura. Reintrodurre qualche preparazione un poco più "importante" rispetto a quanto era abituata a consumare durante il regime dimagrante le sarà di aiuto. E' necessario infatti "assestare" il proprio stile alimentare per evitare di restare a dieta tutta la vita. Le strategie sono sostanzialmente tre: 1) evitare che vi siano occasioni quotidiane di consumo di pasti contenenti cibi o prodotti ad alta densità nutritiva, 2) consumarne in ogni caso porzioni moderate 3) mantenere o aumentare l'attività fisica in relazione a quanto si introduce giornalmente. Un cordiale saluto.
La prima raccomandazione è quella di essere comunque moderati, non solo perchè in una occasione come quella si assumono parecchie calorie - non solo da alcool -, ma anche perchè in particolare le bevande alcoliche devono essere usate con prudenza per i noti effetti. In ogni caso, se si tratta dell'unica deroga da tempo e non sono previste altre deroghe a breve, le suggerisco di riprendere semplicemente il suo regime dietetico solito. Faccia eventualmente un poco più di attività fisica (ad esempio una passeggiata a passo veloce in più rispetto ai suoi standard). Un cordiale saluto
Buongiorno, la sua è una domanda che non trova una risposta secca e lineare. Il fabbisogno calorico di una persona dipende da molte variabili: età, sesso, attività fisica, stato di nutrizione, condizioni fisio-patologiche e, come lei stesso dimostra di esserne a conoscenza, anche da fattori, temporanei o cronici, che possono influenzare il metabolismo quali, come nel suo caso, l'assunzione di cortisone. Pertanto le assunzioni alimentari costituiscono un elemento che va analizzato alla luce di tutte le informazioni di cui sopra. E' inoltre importante valutare i sistemi di cottura e i condimenti, nonchè gli eventuali fuori pasto, le bevande, i pasti fuori casa ... solo per elencare alcune cose che un dietista esperto indaga normalmente per poter poi concordare con la persona le più opportune strategie di miglioramento dello stile alimentare e di vita (non bisogna infatti dimenticare che anche una vita attiva aumenta il dispendio energetico). Queste valutazioni si fanno spesso attraverso la scrittura di un diario alimentare e richiedono un certo numero di incontri. Le suggerisco di trovare un professionista esperto nella zona dove vive. Un cordiale saluto
Buongiorno, di fatto il suo non è un peso elevato. La collocazione del grasso corporeo dipende però da fattori diversi dalla sola quantità globale presente. Nel suo caso, considerato che non è opportuno perdere peso, non è consigliabile adottare strategie volte alla riduzione dell'apporto calorico della dieta. Rischierebbe di vedersi calare prevalentemente in altri punti (viso, braccia) con la conseguenza di aumentare la "sproporzione" fra il volume dei fianchi e il resto del corpo. La principale strategia è quella quindi dell'esercizio fisico, magari associato a qualche massaggio. Evitare i carboidrati in generale non è opportuno. La informo inoltre che riso e cous cous contengono praticamente le stesse quantità di carboidrati della pasta: non ha quindi senso che lei escluda quest'ultima a favore degli altri due. Si tratta di prodotti che lei può usare in porzioni adeguate alle sue necessità. Anche l'ipotesi di eliminare i grassi non è coerente con i principi di una corretta alimentazione. I grassi sono importanti (fonte energetica, di vitamine liposolubili e, quelli giusti, di sostanze antiossidanti). Non vanno quindi aboliti, ma scelti nella giusta qualità e quantità. Ok quindi per l'uso di olio di oliva, preferibilmente a crudo e per un uso moderato/saltuario di dolci, preferendo yogurth e frutta come spuntini. Le barrette ipocaloriche possono costituire una alternativa ai pasti solo nel caso una persona si trovi nelle condizioni di non potersi routinariamente procurare altro di adeguato. Può migliorare la situazione della cellulite bevendo adeguatamente (acqua a basso contenuto di sale) e riducendo la quantità di sale aggiunto e il consumo di alimenti ne contengono grandi quantità (scatolame, insaccati, snacks salati....). Non posso darle un parere complessivo sul regime alimentare che si propone di seguire, in quanto è necessario indagare molti altri aspetti (sistemi di cottura, altri alimenti e bevande consumati - porzioni e frequenze -, pasti fuori casa, modalità di consumo .....). Le raccomando di trovare il tempo per l'esercizio fisico. Va benissimo anche quello fatto in casa, purchè comporti veramente un aumento del dispendio energetico e un esercizio "mirato" sui punti che vuole ridurre. Le suggerisco inoltre di trovare un dietista nella sua zona che la possa seguire in modo regolare ed aiutare a individuare eventuali elementi da modificare nella sua alimentazione. Un cordiale saluto.
Il suo indice di massa corporeo è sotto il minimo atteso per la popolazione in generale ed è indicativo di uno stato di eccessiva magrezza. Tuttavia non può essere questo l'unico elemento di valutazione. Il dato deve essere correlato all'età della persona, alla "storia del peso", alle abitudini alimentari attuali e pregresse, alla storia clinica in generale ..... Non sarebbe quindi corretto che io le inviassi un qualsiasi tipo di piano dietetico, proprio perchè non sono in possesso di tutte quelle necessarie informazioni elencate in precedenza. Le suggerisco di individuare un dietista esperto in celiachia che possa seguirla con continuità nella zona ove abita. Un cordiale saluto
Dal punto di vista dell'apporto energetico i prodotti senza glutine sono analoghi a quelli con glutine. L'obiettivo è infatti quello di offire alle persone celiache alimenti sicuri che non si discostino nutrizionalmente dagli altri usati da persone che non sono intolleranti a questa sostanza. Se deve perdere peso è quindi importante che un professionista esperto l'aiuti a modificare il suo stile alimentare al fine di non introdurre più energia di quanta non sia necessaria al suo organismo (riduzione delle porzioni? dei condimenti? modifica dei sistemi di cottura? Tutto deve partire dalle sue attuali abitudini alimentari). Una modifica dello stile alimentare va però studiata non solo in base al calcolo matematico delle calorie, perchè deve garantire anche l'equilibrio dell'apporto di tutte le sostanze utili a mantenere uno stato nutritivo ottimale. Inoltre, un tentativo di perdere peso deve sempre essere effettuato associando le modifiche delle abitudini alimentari a una buona attività fisica. Un cordiale saluto.
E’ importante evitare la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferire la cottura in pentole di vetro e terracotta. Attenzione inoltre a mantenere a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: Cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle (consentito il soffritto), Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, Crusca, Cereali a chicco intero, Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. Per quanto riguarda la sua richiesta di ricevere un menù giornaliero comprensivo di colazione, pranzo e cena, la comunità scientifica è concorde nel ritenere che l’approccio prescrittivo, in casi come questi non sia opportuno. “Blindare” una persona al consumo di alimenti fissi è eccessivamente limitante e non educativo. Per evitare, a medio o lungo termine, squilibri nella razione alimentare, le suggerisco di trovare un dietista esperto della sua zona che la possa seguire per valutare con lei la correttezza dello stile alimentare che la caratterizza (fatta salva la esclusione/limitazione degli alimenti sopra indicati). Un cordiale saluto
E' normale che, dopo un calo ponderale ottenuto seguendo una dieta, la perdita di peso rallenti gradualmente fino a fermarsi anche per una sorta di adattamento fisiologico poichè il corpo "adatta" i bisogni energetici al nuovo peso e alla ridotta massa corporea. Non è opportuno ridurre ulteriormente il cibo consumato, quanto piuttosto valutare come variare il dispendio energetico: un buon programma di attività fisica le potrà essere di aiuto. Verifichi prima però che il peso da lei raggiunto non sia già da considerare fisiologico e nella norma. Si consulti nuovamente con il dietologo per verificare gli obiettivi che vi eravate dati all'inizio del rapporto professionale. Il dietologo la potrà inoltre aiutare a individuare gli alimenti da lei consumati che, in assenza di altre cause, possono provocare della ritenzione idrica. Si ricordi che in genere è l'eccesso di sale che induce il nostro corpo a trattenere più acqua. Attenzione quindi non solo al sale che aggiunge lei stessa ai cibi, ma a quello "nascosto" in scatolame, snack salati, prodotti precotti, dadi da brodo e anche nell'acqua, nel caso lei stia usando una acqua ricca di sodio. Un cordiale saluto.
Non è appropriato nè sicuro fornire consigli per perdere peso senza una valutazione complessiva della persona. La cosa più opportuna è quella di trovare un dietista esperto nella sua zona. Le migliori indicazione le potranno essere fornite dal dietista che la seguirà nel percorso di calo ponderale che potrà adattarle ai suoi bisogni e alle sue abitudini alimentari pregresse. Non dimentichi mai, inoltre, che l'attività fisica è "centrale" in un percorso di perdita di peso. Quali alimenti, cibi, prodotti sceglie? In quali porzioni e frequenze? Come cucina? Quanto e con cosa condisce? Cosa beve ai pasti e fuori dai pasti? Quante volte mangia fuori di casa? Come condisce la pasta? Quanti pasti fa al giorno? Qual'è la sua "storia del peso" e quante volte ha fatto tentativi di mettersi a dieta ipocalorica? Quanta e quale attività fisica effettua? Qual'è il suo stato di salute in generale? Queste sono alcune delle moltissime questioni che è importante affrontare per definire la sua condizione di partenza ed intervenire con strategie mirate alla sua situazione.
In alcuni casi si, non tanto nella pasta quanto più frequentemente in altri prodotti da forno. La necessità di usare farine senza glutine, infatti, obbliga a individuare "ricette" ove altri ingredienti contribuiscano a una "resa" del prodotto finito quanto più simile possibile al prodotto analogo con glutine. Spesso si tratta di grassi. Molte Aziende produttrici sensibili al problema stanno studiando ed hanno anche già immesso sul mercato, prodotti che, grazie a più moderne tecnologie e scelta accurata degli ingredienti, sono addirittura migliori (sotto il profilo nutritivo ed organolettico) di alcuni prodotti analoghi e senza glutine. Legga con attenzione l'elenco degli ingredienti e la composizione nutrizionale, faccia confronti fra un prodotto e l'altro e potrà con facilità operare le scelte più opportune per se. Un cordiale saluto
In genere l'allergia al nichel è di tipo dermatologico, nel senso che la principale attenzione da porre è quella relativa al contatto cutaneo con oggetti che contengano nichel. Tuttavia in soggetti che manifestano questo tipo di allergia, l'ingestione di alimenti contenenti nichel può peggiorare il quadro clinico. Fatti salvi i principi di una corretta alimentazione, gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: Cibi in scatola, Piselli, Fave, Fagioli, Lenticchie, Funghi, Carote, Cipolle, Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farina integrale, di avena, di grano saraceno, di mais, crusca Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici. E’ importante, altresì evitare la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferire la cottura in pentole di vetro e terracotta. Attenzione inoltre a mantenere a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc.
Non si deve preoccupare. Lei non dice quale peso avesse alla diagnosi e non mi è possibile quindi valutare se è partito da una condizione di sottopeso o meno. In ogni caso, un certo aumento di peso in un celiaco che segue bene la dieta si può verificare quando l'intestino recupera integrità e quindi "funziona" meglio, assorbendo i principi nutritivi e migliorando lo stato nutrizionale. Certo non si può escludere che la scelta di consumare (anche solo per curiosità) grandi quantità di prodotti "nuovi" non possa anch'esso essere un fattore concorrente. Ma in generale non è "colpa" del prodotto dietetico: infatti, più o meno, il valore nutritivi dei prodotti senza glutine è analogo a quello dei prodotti con glutine. La causa va piuttosto ricercata in uno sbilancio alimentare in generale oltre che al recupero di ottimali condizioni di salute. Trovi un dietista nella zona in cui vive, in modo da farsi aiutare a valutare il suo stile alimentare e non dimentichi che una adeguata attività fisica la potrà aiutare a controllare il peso.
La verza o cavolo verza è a tutti gl effetti una verdura. E' simile al cavolo capuccio, ma ha le foglie grinzose. Non so a quale tipo di dieta lei faccia riferimento, ma se le sono stati dati consigli atti a contrastare il meteorismo, probabilmente non trova elencata la verza tra le verdure suggerite in quanto è una verdura più meteorizzante delle altre.
L'indice di massa corporeo è il rapporto fra il peso e il quadrato dell'altezza e offre una valutazione di massima del peso corporeo di una persona. Il suo indice di massa corporeo è pari a 21,977 e pertanto il suo è un peso più che adeguato. Sembra quindi che per lei non sia nè necessario, nè corretto perdere peso. Non potendola però vedere di persona la mia valutazione non può essere considerata esaustiva: potrebbe avere una collocazione del grasso in punti che le danno problemi estetici o avere un rapporto massa grassa/ massa muscolare non adeguato. E' pur vero che per ognuna delle questioni di cui sopra, oltre a valutare lo stile alimentare di una persona e correggere eventuali aspetti critici, la strategia centrale è data da una buona attività fisica che aiuti il dispendio energetico e il trofismo della massa muscolare. Questo servizio di risposte non può sostituirsi alla relazione diretta che si deve instaurare fra professionista e cliente/paziente. Per corretta valutazione delle sue abitudini alimentari, le suggerisco di trovare un dietista nella sua città. Nel frattempo può orientarsi efficacemente leggendo le linee guida per la sana alimentazione delle popolazione italiana, scaricabile al link: http://www.inran.it/648/linee_guida.html
L'unico studio ad oggi disponibile che offre qualche elemento concreto è quello di Catassi del 2007 che afferma che il limite giornaliero di accettabilità di assunzione di glutine dovrebbe essere compreso fra 10 mg (quantità sicuramente non tossica) e 50 mg (quantità che con un uso continuativo per 90 giorni ha dimostrato di avere un effetto tossico sulla mucosa intestinale dei soggetti studiati). Un piccolissimo assaggio di un prodotto non idoneo e il celiaco è già abbondantemente andato oltre le quantità suddette. Per questo motivo ci si raccomanda di non derogare mai alla dieta. E per questo le norme prevedono che i prodotti dietetici non abbiano più di 20 ppm di glutine. La suddetta quantità garantisce il celiaco anche su elevati consumi quotidiani di tali prodotti.
Gli spinaci contengono luteina, una sostanza antiossidanti che protegge la vista. La stessa sostanza è presente anche nei piselli e nei broccoli. Ma molti altri cibi sono utili: carote e albicocche per la vitamina A, kiwi e arance per la vitamina C .... Non è quindi necessario consumarne tutti i giorni un numeor preciso di grammi. Gli alimenti non devono essere vissuti e trattati come farmaci in senso troppo restrittivo. Il suggerimento è quello di variare l'alimentazione consumando ogni giorno alimenti diversi.
I prodotti senza glutine, al pari degli analoghi con glutine, possono essere più o meno calorici e talora veicolare grassi che possono favorire, insieme ad altri fattori, l'innalzamento della colesterolemia e/o fluttuazioni di peso. Tenga presente tuttavia che non è un problema esclusivo dei prodotti senza glutine. Il rischio di aumentare di peso o sviluppare una dislipidemia viene corso ugualmente anche dalle persone non celiache. Tutto dipende dalle scelte alimentari e dallo stile di vita in generale. Le offro qualche spunto di riflessione che le permetterà di ottenere qualche risultato semplicemente seguendo le linee guida per la sana alimentazione: 1) legga sempre le etichette degli alimenti e scelga tutte le volte che può quelli che fra gli ingredienti non riportano burro o grassi vegetali o olio di palma 2) preferisca prodotti da forno e pane a basso contenuto di grassi in genere 3) consumi il formaggio non più di 2-3 volte la settimana 4) almeno 2-3 la settimana consumi legumi al posto dei tradizionali secondi piatti (rispiarmerà sui grassi di origine animale) 5) condisca con moderazione preferendo olio di oliva extravergine (alternandolo a altri oli monoseme, ma non di palma) 6) consumi tagli magri di carni e preferisca affettati ai quali possa togliere la parte grassa 7) consumi 4-5 porizioni di vegetali al giorno (2-3 di verdura; 2-3 di frutta) 8) aumenti l'attività fisica e adotti uno stile di vita attivo Tenga presente che non è possibile eliminare completamente il colesterolo dalla dieta. Tra l'altro questa sostanza ha un ruolo importante nel nostro coropo. In ogni caso sono potenzialmente più pericolosi del colesterolo, proprio quei grassi ai quali le consigliavo di stare attenta (grassi vegetali non altrimenti definiti e olio di palma). Purtroppo questi grassi sono molto comuni in numerosi prodotti con e senza glutine, non solo i prodotti da forno, ma anche prodotti precotti. Se ne renderà conto cominciando a leggere le etichette. Volevo infine rassicurarla: il suo peso rientra nella norma. Se desidera in ogni caso sentirsi "più in forma", non è necessario iniziare una dieta dimagrante, ma solo adottare quelle strategie che ho elencato precedentemente.
Un eventuale incontro con un dietista non dovrebbe essere finalizzato a valutare (e vincolare la persona) a precise porzioni di alimenti. Le diete "prescrittive" non devono essere proposte ai celiaci, a meno che non vi siano nella persona altre problematiche di salute che richiedano una impostazione precisa anche delle quantità. Un incontro con un dietista deve essere utile per una valutazione dello stato nutrizionale e delle abitudini alimentari al fine di discutere lo stile di vita in generale ed eventualmente concordare le necessarie modifiche. Diverso è quanto sta accadendo in questi mesi in alcune Regioni italiane, ove le normative per l'erogazione del contributo monetario per l'acquisto dei dietetici richiede la definizione dei fabbisogni calorici. La pratica dovrebbe però essere sempre associata ad un incontro di educazione alimentare effettuato da un dietista.
Non è possibile affermare che tutti i prodotti senza glutine siano più calorici di quelli con gllutine (e viceversa). In relazione alla "ricetta" e quindi alla proporzione degli ingredienti, è possibile trovare per una stessa referenza (es: biscotti o merendine), prodotti con variabilità di composizione anche importanti. Per quanto riguarda il senso di sazietà si può affermare con certezza che questo non dipenda solo dalla presenza di glutine, ma dalla composizione complessiva del pasto, dalla quantità di grassi, dal tipo di sistema di cottura, dalla quantità di fibra presente. Provi a fare una autovalutazione in merito alle modifiche che ha effettuato nelle sue abitudini da quando ha avuto diagnosi di celiachia. Consuma le stesse quantità di vegetali? Ha trovato prodotti senza glutine arricchiti in fibre? Ha forse ridotto le porzioni di alimenti dietetici rispetto a pane e pasta che poteva mangiare in precedenza? Le suggerisco di trovare nella sua zona un dietista esperto che possa aiutarla a trovare le strategie più adeguate a mangiare senza disagio.
Le stesse precauzioni di qualsiasi donna in stato interessante. Nessuna modifica quindi nella dieta senza glutine (che dovrà essere scrupolosamente seguita). Attenzione invece a "non mangiar per due", a carni e pesci crudi o poco cotti (carpaccio, tartara,. mitili, ricci...), ad insaccati ed affettati e verdura e frutta non ben lavata (se non si è protetti dalla toxoplasmosi, nel qual caso al ristorante mangiare semore verdura cotta, sbucciare la frutta), al consumo costante di una dieta varia con vegetali per una buona assunzione di acido folico, al consumo di latte (evitare il latte crudo) e latticini per il calcio (ma evitare formaggi con la muffa e crosta di formaggio). Non usare alcoolici. Consumare raramente il pesce di taglia grande (tonno, pesce spada), ma consumare l'altro pesce 2-3 volte la settimana. Non saltare i pasti (eventualmente a gravidanza avanzata, farli ancora più piccoli e frequenti). Non eccedere con bevande e prodotti che contengano sostanze eccitanti (thè, caffè, cacao, ...)
Gentile signora, immagino che per abusi lei intenda un consumo di alimenti senza glutine eccedenti i suoi fabbisogni nutritivi in generale. A lungo termine, quando si parla di eccessivo introito energetico, la conseguenza può essere quella di un graduale aumento di peso corporeo. Se si associa anche una scelta di prodotti ricchi di grassi quali quelli vegetali di palma (che caratterizzano anche molti dei prodotti con glutine) o una eccessiva elaborazione e condimento dei piatti, soprattutto con grassi di origine animale, a lungo termine potrebbero esserne influenzati i livelli dei grassi nel sangue. Le suggerisco di trovare un dietista esperto in celiachia che possa aiutarla a effettuare un consumo consapevole e misurato di cibo in genere.
E’ importante evitare la cottura dei cibi in pentole d’acciaio inox e/o d’alluminio e preferire la cottura in pentole di vetro e terracotta. Attenzione inoltre a mantenere a lungo cibi in recipienti metallici potenzialmente liberatori di nichel specialmente se acidi come succo di limone, pomodoro, ecc. Gli alimenti da evitare, o quantomeno da ridurre drasticamente nella dieta, sono i seguenti: Cibi in scatola, Legumi, Funghi, Carote, Cipolle (consentito il soffritto), Porri, Asparagi, Cavoli, Broccoli, Spinaci, Lattuga, Cetrioli, Pomodori, Aringhe, Molluschi, Crostacei, Ostriche, Margarina, Farine integrali, di avena, di grano saraceno, di mais, Crusca, Cereali a chicco intero, Granoturco, Pere (fresche e cotte), Datteri, Ananas, Mirtilli, Fichi, Prugne, Rabarbaro, Tè, Birra, Vino, Cioccolata, Cacao, Lievito in polvere, Liquirizia, Bevande da distributori automatici Per evitare, a medio o lungo termine, squilibri nella razione alimentare, le suggerisco di trovare un dietista esperto della sua zona che la possa seguire per valutare con lei la correttezza dello stile alimentare
I prodotti senza glutine non sono studiati per regimi alimentari dimagranti. Sono assimilabili a qualsiasi altro prodotto del commercio, semplicemente sono sicuri dal punto di vista dell'assenza di glutine. Il contenuto in energia e principi nutritivi può essere sovrapponibile, più alto o più basso rispetto all'analogo prodotto con glutine. Colgo l'occasione per sottolineare come non sia autenticamente disponibile un prodotto alimentare atto a far persere peso: è il complesso delle abitudini alimentari e dello stile di vita che nel tempo favorisce l'aumento o il calo ponderale
Premesso che nell'acquistare questo tipo di prodotto deve avere cura di cercarne uno sicuro dal punto di vista dell'assenza di tracce/contaminazione da glutine, è possibile affermare che non esiste una dieta particolare da associare al suo consumo. Quando il controllo del peso è l'obiettivo centrale di una persona, gli integratori possono essere un aiuto, ma non devono essere condizionanti nel cambiamento dello stile alimentare. Quest'ultimo va modificato in relazione alle condizioni generali della persona, alla sua storia dietetica e alle abitudini alimentari pregresse e attuali. Un nuovo stile alimentare deve essere "tarato" sulla persona. Per questo motivo le suggerisco di trovare nella zona dove abita un dietista esperto che la possa seguire. Nel frattempo stia attento in generale (diminuendo, ma non escludendo del tutto!) agli alimenti a più alta densità energetica (oli, grassi, alimenti con zuccheri semplici), preferisca sistemi di cottura semplice e riduca leggermente le porzioni alle quali è abituato. Non dimentichi l'attività fisica, se non vi sono controindicazioni di altro genere. Tenga presente che nello specifico, le principali proprietà del fieno greco sembrano legate più a effetti diversi rispetto ad un ottenimento di calo ponderale.
Gentile signora, seguire una dieta corretta senza glutine permette alla mucosa intestinale di tornare integra e quindi di assorbire più efficacemente i principi nutritivi, migliorando lo stato di salute della persona. A questo si associa in genere anche un recupero dell'appetito e magari la voglia di provare alimenti nuovi a volte anche in quantità eccedenti il fabbisogno. Per praticare un corretto stile alimentare è opportuno conoscere bene la persona, le sue abitudini alimentari, le preferenze, le aspettative, la storia del peso, la storia dietetica in generale. Si tratta di cose che richiedono un certo impegno temporale. Per questo le suggerisco di trovare un dietista esperto nella sua zona. Non dimentichi mai l'attività fisica, componete essenziali di uno stile di vita salutare e a volte anche unico provvedimento da prendere per perdere qualche kilo.
La dieta senza glutine, corretamente seguita, non ha sulla glicemia un impatto diverso rispetto ad una alimentazione senza glutine. L'indice glicemico può essere di aiuto, ma è importante sapere che lindice glicemico di un alimento (con o senza glutine) può variare in relazione a tutta una serie di fattori, quali: - il grado di cottura (la pasta cotta al dente ha un indice glicemico inferiore allo stesso tipo di pasta se viene cotta più a lungo) - il livello di maturazione e la varietà di frutta e verdura - la quantità di grassi o la quantità di fibre presenti nell'alimento - la composizione globale del pasto in cui viene inserito quel determinato alimento Anche il carico glicemico (quanti carboidrati ci sono in un alimento, indipendentemente dallindice glicemico), è un elemento da tenere in considerazione. Sono stati fatti alcuni studi sullindice glicemico di alimenti senza glutine e, come per gli alimenti con glutine, risultano a più elevato indice glicemico quelli che contengono ad esempio poche fibre (soprattutto fibre solubili). Ma non è corretto imputare al solo alimento la responsabilità di alcune situazione che certamente si stanno riscontrando sempre più frequentemente anche nelle persone celiache (aumento di peso, ipercolesterolemia ): è il complesso dello stile alimentare. Il consiglio è quindi quello di valutare sempre gli ingredienti e scegliere prodotti naturalmente ricchi di fibre o arricchiti con fibre preferibilmente solubili. Se fra i suoi prodotti preferiti ce ne sono alcuni con contenuto scarso di fibra, abbia cura di consumarli nellambito di un pasto ove siano presenti altre fonti di fibra (es: abbondante verdura a pranzo e cena, oppure a colazione associ i biscotti con qualche tipo di cereale integrale o con un frutto mangiato con la buccia).
La risposta è no. Tutti i cibi (e con essi anche i prodotti senza glutine) apportano principi nutritivi e energia. E' il complesso di cosa e quanto viene consumato nella giornata che può favorire le fluttuazioni di peso. La presenza o l'assenza di glutine non ha influenza sia nel caso i prodotti siano consumati da celiaci che da non celiaci. Se lei si occupa dei pasti in una famiglia in cui siano presenti sia celiaci che non celiaci non si deve preoccupare: l'alimentazione senza glutine è praticabile da tutti. Dovrà solo stare attenta alla qualità dei prodotti scelti (ingredienti, apporti calorici...) e alle porzioni, così come si fa anche quando si consumano prodotti con glutine. Oltre al cibo anche l'attività fisica è una componente importante per regolare il dispendio energetico e quindi il peso corporeo.
Una persona vegetariana può tranquillamente controllare l'apporto energetico della propria alimentazione. Da quello che mi scrive lei ha già identificato l'area sulla quale lavorare. Se i dolci sono la sua "debolezza" può prima di tutto impegnarsi in una graduale riduzione del loro consumo e in una scelta di prodotti che abbiamo densità energetica più bassa rispetto ad altri. Non è infatti vero che tutti i prodotti per celiaci siano molto calorici. Accade per alcuni di essi (in particolare proprio certi tipi di dolci o biscotti), ma è sufficiente un'attenta lettura delle etichette per individuare quelli più utili per il suo caso. La stessa considerazione va fatta anche per pani, focacce e prodotti da forno salati. Inoltre, l'inversione fra "entrate e uscite caloriche" si ottiene non solo regolando i dolci, ma in generale le porzioni e le frequenze di consumo di tutti gli altri alimenti della dieta e imparando ad ascoltare (e a rispettare) il momento in cui il nostro corpo ci invia il segnale di sazietà. Rispetto alle porzioni, provi a ridurle leggermente (per questo cerchi di trovare un dietista esperto della sua zona). Non elimini completamente specifiche categorie di alimenti: ad esempio il pane o le focacce senza glutine possono essere di diverso apporto calorico a seconda del produttore: individui quelle ad apporto più contenuto e che contengano i grassi più salutari. Regoli la quantità di condimento usato giornalmente. Rispetto alle frequenze di consumo cerchi di attenersi a quelle indicate per la popolazione in generale limitando il formaggio se lo sta consumando molto più spesso avendolo magari scelto come sostituto costante di carne e pesce. Inoltre non dimentichi mai di fare una adeguata attività fisica.
I trigliceridi elevati possono dipendere sia da familiarità che da stili alimentari scorretti. Anche nel caso la sua fosse una ipertrigliceridemia familiare il suggerimento è quello di agire comunque anche sulla dieta. L'innalzamento dei trigliceridi è legato in genere ad un eccesso di zuccheri semplici (per intenderci saccarosio e alimenti che lo contengono, ma anche e soprattutto fruttosio). Un ruolo importante lo gioca anche l'alcool e comunque un eccesso calorico in generale. Preferisca alimenti a ridotto contenuto di zuccheri semplici o senza zuccheri, non assuma più di 2-3 porzioni di frutta al giorno, riduca al massimo (o meglio si astenga) il consumo di bevande alcooliche (oltre ovviamente di bevande zuccherate e succhi di frutta). Se vuole scegliere un dolcificante ne cerchi uno che non sia a base di fruttosio. Via libera quindi a pasta, pane, prodotti da forno salati, maggiore attenzione a dolci, biscotti, torte. Per quanto un ruolo centrale sia giocato da zuccheri e alcool, non scordi mai di porre attenzione ai grassi presenti sia nei prodotti (li confronti fra loro e preferisca quelli a più basso contenuto, meglio se non si tratta di olio di palma). Se è in sovrappeso cerchi di perderne con gradualità, aumentando anche l'esercizio fisico, fino a rientrare in un peso ragionevole.
La situazione che mi descrive può essere affrontata mettendo in campo alcune strategie abbastanza semplici. Come certamente saprà lo stile alimentare di una persona diabetica deve rispecchiare le regole per lalimentazione delle persone in generale con una particolare attenzione allapporto di alimenti che contengono carboidrati e in particolare zuccheri semplici. La sua glicemia potrà rimanere entro i limiti anche se le sue fonti di carboidrati sono senza glutine. Dovrà scegliere quelli che preferisce (fra cereali naturalmente senza glutine e derivati: pane, pasta, prodotti da forno secchi ..). Scelga preferibilmente cereali integrali o prodotti derivati che siano ricchi in fibre. Ne assuma quantità idonee ai suoi fabbisogni che si valutano in base a variabili quali età, stato nutrizionale, peso corporeo, attività fisica, eventuale terapia con ipoglicemizzanti o insulina ... Rispetto alle allergie di cui soffre le suggerisco di ampliare la gamma degli alimenti che mi ha elencato consumare dabitudine: mancano infatti gli alimenti fonti di carboidrati di cui scrivevo prima. Fortunatamente lallergia al solo pomodoro e mela le permettono di poter godere di questi meravigliosi alimenti che sono i vegetali con i quali potrà arricchire i suoi piatti. E fra le pietanze inserisca in dieta con frequenza tri-settimanale o più i legumi. Li consumi come piatto unico della dieta mediterranea (non avrà necessità di secondo piatto). I legumi contengono carboidrati, ma sono anche ricchi in fibra. Con laiuto di un buon professionista individuerà certamente la porzione più giusta per lei. Comprenderà che non è possibile e neanche corretto indicarle delle porzioni. Le suggerisco piuttosto di cercare un dietista esperto della sua zona.
Il suo intervento pone una questione molto delicata relativa al grado di accettazione della condizione di celiachia e relative necessità di stile alimentare. Da quello che leggo la diagnosi è stata posta all'età di un anno. Si tratta di un momento in cui un bambino non ha ancora un modello alimentare definitivo e quindi il cambiamento avrebbe dovuto essere accettato con una facilità superiore rispetto ad esempio a quanto può accadere quando la diagnosi viene posta più avanti negli anni. Purtroppo non mi è chiaro se la sorellina sia più giovane della piccola celiachia. In ogni caso a volte i fratelli potrebbero essere i migliori alleati, se ben motivati. Tento di dare almeno qualche suggerimento. In primo luogo ci tengo a sottolineare che il glutine può essere eliminato dalla dieta familiare anche per i componenti che non sono celiaci. Quindi le due sorelline e l'intera famiglia potrebbe scegliere una cucina interamente "gluten free", senza timore di problemi di salute e con un sollievo dal punto di vista organizzativo per lei che deve gestire la spesa e la preparazione dei pasti. Ci sarebbe la possibilità di avere più tempo per sperimentare piatti nuovi, nutrienti, simpatici e sicuri per tutti. Alla piccola piace solo la pasta asciutta? Ci sono mille modi per condirla! Piacciono gli hamburgher? Perchè non provare a farli di pesce o di legumi? Un uovo sodo tagliato come una bella margherita in un letto di insalata con tante fette di patate lessate. Una pizza fatta in casa con farina senza glutine per tutti e condita con tanti ingredienti colorati, sicuri e scelti dalle bambine che potranno collaborare. I biscotti preparati insieme e mangiati insieme: nessuna occasione di litigio, quello che mangia l'una, può essere mangiato dall'altra. Prendete un ricettario senza glutine, scegliete insieme le ricette da provare e lavorate in cucina come se fosse un gioco. Questo potrebbe aiutare la piccola a sentiersi più tranquilla e non diversa dal resto della famiglia. Lei afferma di non riuscire ad organizzare un pasto senza glutine. Colga la prima occasione utile per partecipare ad un corso di cucina organizzato da AIC: imparerà con facilità molte cose buone per tutta la famiglia! In una risposta come quella che può essere offerta attraverso questo servizio non può essere ricompresa la stesura di un menù settimanale che per altro andrebbe quanto meno "concordato" con la piccola in base alle sue preferenze, ma soprattutto in base agli "accordi" che possono essere presi durante la relazione fra dietista e famiglia/bambino. I menù devono infatti essere adattati in modo da "offrire", ma anche "chiedere collaborazione" (ad esempio almeno un tentativo di consumare una pietanza nuova a fronte della possibilità di consumare quelle preferite, ma magari meno indicate). E' quindi un impegno che richiede tempo e per questo motivo le suggerisco di trovare un dietista esperto nella zona dove abita.
Un celiaco vegetariano non ha particolari problemi. Certamente orzo, farro e seitan devono essere eliminati, come pure il cosidetto "muscolo di frumento" (variante del seitan di invenzione italiana). Tuttavia i legumi rimangono un'ottima fonte di proteine di buon valore biologico che è opportuno utilizzare in associazione ai cereali consentiti più volte la settimana. Il tofu è consentito (come pure il tempeh) ma va verificato su Prontuario o deve riportare la dicitura "senza glutine" sulla confezione nel rispetto delle recenti normative sulla etichettatura. Suggerisco di consumare prevalentemente legumi (anche come "hamburgher o spezzatini o bistecche vegetali, sempre verificando a prontuario!) associati ai cereali consentiti. Ottimi i semi e la frutta secca a guscio (sulle insalate o nelle verdure in genere). Inserisca almeno un paio di volte la settimana le alghe (attenzione anche qui alla sicurezza della preparazione in relazioe a possibili contaminazioni da glutine). Cerchi di aumentare il meno possibile la frequenza di consumo attesa per formaggi (2-3 volte la settimana) e uova (n. 2-3 uova a settimana). Non dimentichi il latte o lo yogurth (magari parzialmente scremato o scremato se dovesse aumentare le frequenze di formaggio). Il consumo atteso è di circa 200-250 ml di latte e/o yogurth al giorno.
Sono pochi gli elementi a disposizione, ma cerco di esprimere una opinione. Il suo peso attuale la colloca in un'area di sovrappeseo elevato (indice di massa corporea pari a 29). Mi chiede se il mancato risultato dopo aver modificato le abitudini alimentari per 6 mesi deve essere considerato normale. Le regole dietetiche che si è data possono concretamente aiutare nel calo ponderale. Non possono però essere le uniche. E' necessaria una valutazione complessiva delle rimanenti abitudini alimentari e dello stile di vita in generale. Quali alimenti, cibi, prodotti sceglie in alternativa a quelli ai quali sta rinunciando? In quali porzioni e frequenze? Come cucina? Quanto e con cosa condisce? Cosa beve ai pasti e fuori dai pasti? Quante volte mangia fuori di casa? Come condisce la pasta? Quanti pasti fa al giorno? Qual'è la sua "storia del peso" e quante volte ha fatto tentativi di mettersi a dieta ipocalorica? Quanta e quale attività fisica effettua? Qual'è il suo stato di salute in generale? Queste sono alcune delle moltissime questioni che sarebbe importante affrontare per definire la sua condizione di partenza ed intervenire con strategie mirate alla sua situazione. Strategie condivise ed accettate da lei che le possa poi praticare autonomamente. La risposta alla sua domanda è quindi che non posso dire che è normale quello che le sta accadendo, ma posso pensare che sia giustificato da un approccio dietetico che forse non ha tenuto in considerazione il "quadro generale" che la riguarda: un piano dietetico che è solo parzialmente intervenuto sulla complessità della gestione del suo stile alimentare. Le suggerisco di affidarsi ad un dietista esperto nella sua zona di residenza, in modo da essere seguita da vicino e con continuità.
Mancando il dato dell'altezza non mi è possibile fare una valutazione rispetto al calo ponderale. Solo in relazione all'indice di massa coroporea di partenza e a quelle attuale, è possibile infatti definire se il calo è stato eccessivo o se può ancora essere considerato accettabile. Generalmente il calo ponderale dopo la diagnosi di celiachia è dovuto a una riduzione complessiva dei consumi alimentari con particolare riguardo agli alimenti fonti di carboidrati (non ci si riesce ad abituare ai sapori dei prodotti dietetici, a consumare adeguate quantità di patate o polenta in sostituzione di prodotti quali pasta e pane ...). Altra limitazione che molte persone si danno, soprattutto se devono mangiare spesso fuori casa, riguardano i sistemi di cottura. Per la massima sicurezza si tendono a scegliere piatti semplici (fettine ai ferri, prosciutto crudo, insalatone...) che, accompagnati magari solo da qualche galletta di mais, non costituiscono pasti ad alto apporto energetico. Se si riconosce in questa analisi provi a modificare le sue abitudini: aumenti tutte le fonti di carboidrati complessi scegliendo ove possibile prodotti integrali. Usi buone quantità di condimenti (preferibilmente olio extravergine). Non dimentichi di fare una adeguata alternanza fra i secondi piatti e consumi 4-5 porzioni di vegetali al giorno. Faccia ogni giorno uno spuntino in più. In ogni caso è opportuno che insieme al suo medico venga fatta una valutazione rispetto alla necessità di una integrazione vitaminico-minerale. Si faccia fare una adeguata indagine sulle abitudini alimentari da un dietista che le potrà poi suggerire strategie più mirate rispetto ai consigli generali che ha potuto ricevere con questa risposta.
I cereali contenenti glutine forniscono amido, una certa quantità di proteine di scarso valore biologico (tra cui il glutine) e vitamine del gruppo B; se sono integrali apportano anche fibre. Un celiaco, per ottenere le stesse sostanze nutritive, deve individuare alimenti analoghi che siano privi di glutine. Trovare alternative è piuttosto semplice: riso, mais, miglio, grano saraceno, quinoa si trovano in commercio: 1. in chicchi, usabili tal quali e quindi certamente sicuri, 2. sottoforma di farina, fecole con le quali mettersi alla prova in cucina 3. trasformati in vari prodotti finiti (fette biscottate, biscotti, pane, pasta dietetici .) I cereali senza glutine forniscono apporti nutrizionali sovrapponibili a quelli dei cereali che il celiaco non può consumare. Altre fonti di amido per i celiaci sono le patate, le castagne e i legumi, che, pur non essendo cereali hanno un valore nutritivo non trascurabile. I legumi hanno inoltre un apporto proteico di valore biologico medio. Si può quindi affermare che i prodotti dietetici sono validi e utili, ma che la dieta del celiaco deve comprendere e valorizzare la grande quantità di alimenti naturalmente senza glutine a disposizione. Infine, per avere la certezza di adottare uno stile alimentare corretto, è importante non concentrarsi solo sulla esclusione del glutine dalla dieta. Lalimentazione, una volta eliminati i cereali proibiti e i prodotti che ne possano contenere anche solo delle tracce, deve essere varia, comprendere una vasta gamma di alimenti e rispettare i suggerimenti dellIstituto Nazionale della Nutrizione e i principi della dieta mediterranea. Non è possibile in questo contesto scendere nel dettaglio. Se ritiene di aver bisogno di maggior confronto, le suggerisco di rivolgersi ad un dietista esperto della sua città.
La pratica di fare pane, biscotti e torte in casa è veramente apprezzabile. Permette di usare gli ingredienti preferiti e avere la soddisfazione di mangiare qualcosa fatto con le proprie mani. E' difficile quantificare la porzione ideale di torta da consumare a colazione perchè l'apporto nutritivo è variabile in relazione al prodotto (torta lievitata senza altro o farcita, crostata fatta con pasta frolla o pasta più semplice....). Inoltre la quantità assunta dovrebbe essere correlata al tipo di attività che si effettua nelle ore successive. In ogni caso continui pure con questa abitudine: il pasto del mattino è fondamentale per fornire l'energia per le attività della giornata. Aiuta il funzionamento del cervello e dà il via al metabolismo del organismo che nelle ore diurne è più attivo e ci mette in grado di "smaltire" le calorie più in fretta. Alterni pure torta ad altri prodotti da forno o cereali, cercando prodotti ricchi di fibre o usando farine integrali consentite quando cucina in casa. Limiti la quantità di grassi utilizzati e preferisca quelle ricette che li sostituiscono in parte o del tutto con yogurth. Tenga presente che molte ricette di torte lievitate semplici riescono molto bene utilizzando olio al posto della margarina o del burro. Bene l'uso del thè verde, ma non dimentichi un pò di latte o yogurth al giorno (se tollera questi alimenti) per il contenuto di calcio. Per completare le sue già ottime scelte, può assumere a colazione anche un pò di frutta.
Gentile signora, gli alimenti senza glutine hanno una composizione il più possibile analoga a quella dei corrispondenti con glutine. Possono esserci alcuni limiti derivanti dal tipo di ingredienti usati: un contenuto proteico più basso, scarsità di fibre....., ma è sufficiente leggere bene le etichette e si possono individuare i prodotti migliori fra i tanti presenti sul mercato. Questo servizio di risposte non può sostituirsi alla relazione diretta che si deve instaurare fra professionista e cliente/paziente. Per corretta valutazione delle sue abitudini alimentari e per un eventuale necessità di stesura di un piano dietetico, le suggerisco di trovare un dietista nella sua città. Nel frattempo può orientarsi efficacemente leggendo le linee guida per la sana alimentazione delle popolazione italiana, scaricabile al link: http://www.inran.it/648/linee_guida.html Le rammento infatti che i fabbisogni nutrizionali di una persona celiaca che segue una corretta dieta senza glutine, non sono diversi da quelli di una persona non celiaca. Sono quindi raccomandazioni adatte anche a lei. Infine, rispetto alle verdure che le sono precluse a causa della colite, le suggerisco di continuare a consumare quelle tollerate ed eventualmente usare i centirfugati dei vegetali che non riesce a tollerare.
Beva acqua ricca in calcio e consumi formaggio secondo le frequenze raccomandate per la popolazione in generale (2-3 porzioni alla settimana). Il formaggio maggiormente ricco di calcio è il parmigiano. Inoltre può utilizzare come sostituto del latte, il cosidetto "latte di soia", ma scelga i prodotti arricchiti in calcio. Infine anche alcune verdure possono contribuire all'apporto di calcio quotidiano. Nelle verdure e negli ortaggi, il contenuto di calcio varia notevolmente: si va dai pomodori, che ne sono praticamente privi, alle verdure a foglia verde scuro (broccoletti, cime di rape, cavoli, verze, spinaci) che ne hanno un contenuto notevole. Tenga presente che alimenti naturali di origine vegetale contengono una quantità variabile di questo minerale, in parte correlata al contenuto del terreno nel quale sono stati coltivati.
I dietetici senza glutine non sono a priori nè più nè meno calorici degli analoghi prodotti con glutine. Dipende dall'insieme di ingredienti (cioè la "ricetta") usata dal produttore. Indubbiamente la necessità di usare più grassi e zuccheri per vicariare all'assenza del glutine e ottenere un prodotto palatabile, espone ad un possibile aumento della calorie finali. Le nuove tecnologie usate dai produttori e la scelta di ingredienti o coadiuvanti tecnologici mirati, permette da qualche tempo di limitare questo rischio. Conviene quindi leggere sempre le etichette e fare confronti: si riuscirà a trovare non solo il prodotto senza glutine che apporta meno calorie dell'analogo dietetico, ma addirittura che ne apporta meno dell'analogo con glutine!
Il fabbisogno nutritivo di una persona (celiaca o non celiaca), soprattutto per quanto riguarda la componente energetica della dieta, varia in funzione di numerosi fattori. L'età anagrafica è uno di questi fattori e per ogni anno che passa il nostro corpo richiede un pò meno energia di base. Questo elemento, associato magari a una più contenuta attività fisica e al mantenimento delle stesse abitudini alimentari nel corso degli anni, può essere causa di un graduale aumento del peso. Cercare un professionista esperto nella zona ove abita le consentirà di capire come riorientare le sue abitudini alimentari per raggiungere e mantenere un peso salutare.
Per un celiaco perdere peso con una dieta senza glutine non richiede approcci diversi rispetto a quanto deve fare una persona non celiaca. Va complessivamente rivisitato lo stile alimentare e di vita in generale, riducendo gli apporti energetici (e non solo di carboidrati) e aumentando il dispendio (con maggiore attività fisica). Aggiungo che se per "carboidrati" lei intende gli alimenti che costituiscono fonte di amidi e zuccheri (pasta, prodotti da forno, pane), in linea di massima le grammature sono analoghe. Tenga conto tuttavia che le calorie di una dieta non sono solo fornite da fonti glicidiche, ma dal complesso dei principi nutritivi (grassi e proteine). La razione alimentare va inoltre equilibrata rispetto a vitamine e minerali. Un dietista o un dietologo possono essere certamente competenti riguardo la celiachia. Si potrà informare chiedendo direttamente al professionista al quale intende rivolgersi.
Premesso che sovrappeso o obesità nelle persone celiache non sono legate all'intolleranza al glutine in se, ma allo stile alimentare (eccesso di energia) e di vita in generale, le consiglio di rivolgersi a una dietista che abbia anche esperienza in celiachia. Potrà certamente aiutarla a riorientare le sue abitudini alimentari fornendole gli strumenti di conoscenza idonei a gestire in prima persona la sua dieta. Da quello che mi dice ha già una buona attività fisica. Si tratterà di verificare se le sue attuali assunzioni sono eccedenti il dispendio energetico e definire le strategie da adottare.